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Ci sono effetti collaterali nell’anestesia dentale?

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Quando parliamo dell’anestesia che viene somministrata di “routine” sulla poltrona del dentista, ci riferiamo all’anestesia locale; così chiamata perché – al contrario dell’anestesia totale- “addormenta” solo una parte del corpo, lasciando il paziente pienamente cosciente.
Nella storia delle cure dentali, la paura del dolore è sempre stata la grande barriera che impediva a molte persone di recarsi dal dentista, posticipando le cure fino ad un momento nel quale l’unica soluzione era l’estrazione del dente. Quindi, fin dalla metà del XIX secolo si ha notizia dell’utilizzo di anestetici da parte di alcuni “pionieri”. Oggi, per la fortuna di tutti, la scienza fornisce ai dentisti la possibilità di operare in sicurezza senza provocare dolore ai pazienti.
Quando praticare l’anestesia locale?
Questo tipo di anestesia è praticato frequentemente per gli interventi più semplici, come carie ed estrazioni (è comune quella del Dente del Giudizio), per arrivare a quelli più complessi come gli impianti. In tutti questi casi il farmaco anestetico è iniettato nella gengiva e mira a “bloccare” i nervi in quella parte del corpo, in modo che non trasmettano il segnale del dolore al cervello. Il farmaco entra in azione entro pochi minuti, e non si sentirà più dolore fino all’esaurimento dell’effetto dopo qualche ora.
Ma ci sono dei rischi?
Gli anestetici locali sono considerati molto sicuri e infatti non necessitano di un medico dedicato unicamente alla loro somministrazione, come invece succede con l’anestesia generale. Comunque, come sempre succede con i farmaci, esistono dei rischi e degli effetti collaterali che è bene conoscere:
- Dolore al momento dell’iniezione (puntura)
- Intorpidimento generale di una parte della bocca e della faccia
- Formicolio quando l’effetto dell’anestetico inizia a svanire
- È possibile che si formi un ematoma sul punto dell’iniezione