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Parola a Riccardo Gobetti: l’Ortodonzia sui bambini e le soluzioni estetiche.

Giu 30, 2022 | Ortodonzia

Riepilogo articolo

Dottore, secondo lei a che età i genitori devono
portare il loro bambino dall’ortodontista.
Normalmente i bambini che hanno bisogno dell’apparecchio lo indossano due volte,
una alle scuole elementari e una alle scuole medie.
Non è possibile eseguire la terapia ortodontica
in una singola fase?
Lei quindi propende per far indossare l’apparecchio un’unica volta durante l’adolescenza?
Passiamo adesso all’Ortodonzia estetica: apparecchi linguali, cosa ne pensa?
Oltre agli apparecchi linguali c’è la possibilità di avere i brackets in ceramica…
Quante persone richiedono questo tipo di apparecchi estetici?

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Il dottor Riccardo Gobetti, originario di Venezia, ha iniziato il suo percorso professionale nel 1989 sulle orme del fratello, che precedentemente aveva avviato uno studio odontotecnico.

In seguito, accompagnando gli studi al lavoro, ha conseguito la laurea in Odontoiatria all’Università di Trieste (2004) e quindi la specializzazione in Ortognatodonzia a Ferrara.

Nell’intervista in tre capitoli che oggi vede la seconda uscita, il Dottor Gobetti risponderà alle nostre domande riguardo all’Ortodonzia.

Dottore, secondo lei a che età i genitori devono portare il loro bambino dall’ortodontista.

A 5-6 anni. A quell’età non si parla ancora di Ortodonzia, ma la visita va comunque fatta per controllare la crescita delle ossa del cranio del bambino, e se ci sono delle malformazioni scheletriche da correggere come una Terza Classe (mandibola più avanzata della mascella n.d.r.) prima che diventino dei casi da trattare chirurgicamente. Se i genitori riescono ad evitare un’operazione chirurgica in futuro, stanno facendo un grande regalo per la vita al loro figlio.

Per quanto riguarda l’Ortodonzia vera e propria, per indossare l’apparecchio è necessario che i molari permanenti abbiano completato l’eruzione e siano abbastanza grandi da fare da supporto, quindi se ne parla verso i 7-8 anni. Tenga conto che la bocca dei nostri bambini è come un alberello… se sta crescendo storta, mettiamo un tutore e la raddrizziamo!

Normalmente i bambini che hanno bisogno dell’apparecchio lo indossano due volte, una alle scuole elementari e una alle scuole medie. Non è possibile eseguire la terapia ortodontica in una singola fase?

È un argomento complesso, proverò a sintetizzarlo; è vero che di norma gli ortodontisti operano seguendo lo schema in due fasi, idealmente la prima avviene attorno ai 7-8 anni, mentre la seconda e conclusiva attorno ai 12, a dentatura permanente ultimata.

Effettivamente Kevin O’Brien’s, un celebre ortodontista inglese, si è chiesto se queste due fasi non fossero riassumibili in un’unica fase a 12 anni. Le sue conclusioni sono che nella gran parte dei casi, in termini di risultati non c‘è differenza tra il trattamento in una sola fase e quello in due fasi, ovvero che alla fine le posizioni raggiunte dai denti sono identiche.

Questo dice la letteratura scientifica e questo credo anch’io in quanto medico.

Lei quindi propende per far indossare l’apparecchio un’unica volta durante l’adolescenza?

Non è esatto, ora mi spiego: se dovessi decidere per mia figlia, se per esempio dovesse presentare un caso di palato stretto a 7 anni, io preferirei ancora l’intervento in due fasi, e lo dico sia per la mia esperienza di dentista e sia perché comunque si parla di anni di vita del bambino, che secondo me è meglio che vengano vissuti con una bocca ben formata piuttosto che non.

Poi c’è da considerare anche l’aspetto economico; come ho detto in precedenza (nella prima parte di questa intervista n.d.r.) provengo da una famiglia veneziana di umili origini e quindi non mi sogno minimamente di sottovalutare la questione. La terapia in una singola fase costa praticamente la metà rispetto a quella in due, è ovvio.

Gli studi come quello di Kevin O’Brien’s hanno dimostrato che si può scegliere, e sono scelte che ogni famiglia deve compiere nel suo privato. Detto questo, per mia esperienza la grande maggioranza delle famiglie alla fine decide comunque a favore dell’Ortodonzia in due fasi per il bambino o la bambina.

Passiamo adesso all’Ortodonzia estetica: apparecchi linguali, cosa ne pensa?

Si tratta di apparecchi che di norma applico ai miei pazienti quando c’è una sentita esigenza estetica. Per quanto riguarda gli apparecchi linguali mi limito a fare i 6 denti frontali inferiori, da canino a canino, dato che si tratta di apparecchi abbastanza ingombranti e il paziente ha una percezione aumentata del volume occupato in bocca rispetto alla realtà. Quella è la posizione dove danno meno fastidio.

Oltre agli apparecchi linguali c’è la possibilità di avere i brackets in ceramica…

Per quanto riguarda gli attacchi, i brackets, quelli in ceramica bianca evidentemente sono molto più belli rispetto a quelli in metallo.

Tuttavia hanno dei punti a loro sfavore: l’adesione degli attacchi di metallo alla superficie del dente è meccanica e chimica, mentre quella della ceramica è solo chimica. In ogni caso oggi esistono degli adesivi in silano che danno garanzia di un’adesione molto forte. Rimane il problema della fragilità, nel senso che la ceramica è comunque più soggetta a rompersi rispetto al metallo.

Per ovviare a questa cosa ricorriamo ad attacchi più grandi e quindi più resistenti. Quindi, riassumendo, gli apparecchi in ceramica sono molto belli esteticamente ma anche molto delicati.

Comunque è la norma eseguire anche degli apparecchi “ibridi”, ovvero prevalentemente in metallo e con gli attacchi in ceramica solo per i denti frontali, ovvero quelli più visibili ed evidenti, e magari l’apparecchio linguale sui denti inferiori come ho detto poco fa.

Quante persone richiedono questo tipo di apparecchi estetici?

C’è una diretta correlazione tra età ed esigenze estetiche, ovvero più sale l’età più le esigenze estetiche si fanno sentire. Tuttavia, quando i genitori riescono ancora ad avere una voce in capitolo, preferiscono quasi sempre che il loro figlio indossi gli attacchi metallici, sia perché sono più economici, sia perché offrono comunque le prestazioni migliori, cosa che confermo: le prestazioni dell’apparecchio metallico in termini di spostamenti che riesce a fare non sono riproducibili da apparecchi in ceramica o da altri metodi ortodontici.

Ovviamente poi si valuta caso per caso a seconda della difficoltà del movimento da eseguire; se applico gli attacchi in ceramica vuol dire che comunque sono perfettamente in grado di portare i denti nella posizione stabilita.