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Parola a Riccardo Gobetti: l’Ortodonzia trasparente.

Riepilogo articolo
cioè degli allineatori: li utilizza? Cosa ne pensa?
adulti con “piccoli” difetti ortodontici?
è in aumento?
e meno responsabili, gli allineatori possono sostituire
completamente l’utilizzo dell’apparecchio tradizionale?
Può capitare che un paziente richieda l’Ortodonzia trasparente e che invece il suo sia un caso da trattare necessariamente con l’apparecchio?
Ci sono delle controindicazioni?
valuta la situazione attuale dell’Ortodonzia in Italia?
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Il dottor Riccardo Gobetti, originario di Venezia, ha iniziato il suo percorso professionale nel 1989 sulle orme del fratello, che precedentemente aveva avviato uno studio odontotecnico. In seguito, accompagnando gli studi al lavoro, ha conseguito la laurea in Odontoiatria all’Università di Trieste (2004) e quindi la specializzazione in Ortognatodonzia a Ferrara.
Nell’intervista in tre capitoli che oggi vede la terza ed ultima uscita, il Dottor Gobetti risponderà alle nostre domande riguardo all’Ortodonzia.
Dottore, parliamo adesso di Ortodonzia trasparente, cioè degli allineatori: li utilizza? Cosa ne pensa?
Per prima cosa lei ha usato il termine corretto: “trasparente”. Il fatto è che per ragioni commerciali molti impiegano la parola “invisibile”, che secondo me non è corretta. In realtà se fosse invisibile non si dovrebbe vedere del tutto, mentre chiaramente non è così. “Trasparente” è l’aggettivo più corretto per definire l’Ortodonzia con allineatori.
Per quanto riguarda il mio giudizio, è estremamente positivo all’interno dell’ambito nel quale gli allineatori sono stati progettati per essere utilizzati: le loro prestazioni in termini di movimenti eseguibili e la loro precisione sta sempre aumentando e utilizzarli mi piace sempre di più.
Lei ha parlato di “ambito di utilizzo”: è vero che l’Ortodonzia trasparente è destinata a pazienti adulti con “piccoli” difetti ortodontici?
Sì, è sostanzialmente così, considerando come “adulte” le persone con più di 18 anni. Purtroppo per i più giovani non è un metodo praticabile, anche se in teoria non ci sarebbero limitazioni.
Ma nella pratica ci sono; l’Ortodonzia trasparente una tecnica che dipende troppo dalla dedizione del paziente perché io, come dentista, possa fornire delle garanzie sulla durata della cura ai genitori, che sono quelli che pagano. Le faccio un esempio pratico: se ad un ragazzo venisse fornito un allineatore da indossare almeno 18 ore al giorno, a 13 anni non è impensabile ritenere che possa dimenticarsene o non prestarci adeguata attenzione e finire con indossarlo solo una decina di ore.
In tal caso tutto il piano terapeutico andrebbe, mi consenta l’espressione, a farsi benedire. Tutto ciò sarebbe inaccettabile per me in quanto medico e, lo ripeto, anche per i genitori. La conclusione è che gli allineatori sono una tecnica per adulti consapevoli e motivati.
È vero che la richiesta per l’Ortodonzia trasparente è in aumento?
Sì, senza dubbio, si tratta di un metodo che forse è ancora percepito come “giovane” ma che in realtà ha quasi 20 anni. Ormai è pienamente maturo dal punto di vista clinico e sta progressivamente entrando nel patrimonio di tutti gli ortodontisti.
Ma al di là del “problema” con i pazienti più giovani e meno responsabili, gli allineatori possono sostituire completamente l’utilizzo dell’apparecchio tradizionale?
Gli allineatori sono nati per rispondere al problema estetico posto dagli apparecchi metallici, e quindi fin da subito è stato quello il punto di riferimento in termini di prestazioni. In pratica gli allineatori dovevano fare quello che facevano gli apparecchi tradizionali ma senza il problema estetico.
Oggi, dopo tanti anni, c’è una certa maturità a riguardo; nel senso che c’è la consapevolezza che con gli allineatori non si può fare tutto quello che si può fare con un apparecchio, ma una buona parte sì.
Per quanto mi riguarda, appena capisco che il risultato potrebbe essere ottenuto con l’Ortodonzia trasparente, la propongo subito e ogni volta incontro l’entusiasmo del paziente, che è ben contento di liberarsi dei disagi fisici oltre che estetici dell’apparecchio.
Come fa a capire se un caso è trattabile o meno con l’Ortodonzia trasparente?
Grazie all’esperienza ormai in molti casi basta uno sguardo per capire se il paziente è candidabile o meno all’Ortodonzia trasparente, ma effettivamente può capitare che ci sia il dubbio se i movimenti necessari possano o meno essere eseguiti dagli allineatori.
In questi casi procediamo prendendo digitalmente le impronte con la camera intra-orale, spediamo il file al produttore, aspettiamo la risposta che ci mostra il risultato che otterremmo con gli allineatori, e la condividiamo con il paziente per capire insieme come andare avanti.
C’è da dire che a volte queste proiezioni sono un po’ “ottimistiche”… un ortodontista non dovrebbe mai prenderle come “oro colato” ma piuttosto confrontarle con i dati della sua esperienza professionale, per proporre sempre un percorso terapeutico di piena soddisfazione condivisa tra medico e paziente.
Può capitare che un paziente richieda l’Ortodonzia trasparente e che invece il suo sia un caso da trattare necessariamente con l’apparecchio?
Sì certo, capita circa la metà delle volte.
Cos’è che non può fare l’Ortodonzia trasparente? Ci sono delle controindicazioni?
Le rotazioni, le intrusioni e le estrusioni dei denti sono i movimenti più difficili per gli allineatori. Si tratta di movimenti veramente complessi da ottenere e, come ho detto, a volte il risultato finale non è esattamente quello che era stato presentato dalla casa produttrice degli allineatori.
Per questo mi fido molto anche della mia esperienza quando valuto se proporre l’Ortodonzia trasparente. Per quanto riguarda le controindicazioni, posso dire che quando gli allineatori sono utilizzati per quello che possono fare, non ce ne sono. Oggi con l’Ortodonzia trasparente si ottengono degli eccellenti risultati preservando l’aspetto esteriore del paziente.
Andiamo a concludere l’intervista; Dottore, come valuta la situazione attuale dell’Ortodonzia in Italia?
La progressiva digitalizzazione del processo diagnostico sta avendo un forte impatto positivo su tutta la mia professione. Grazie alle camere intra-orali non solo è molto più facile prendere le impronte, ma i file possono essere condivisi istantaneamente con colleghi e laboratori in tutto il mondo. I benefici in termini di tempo e facilità di lavoro sono enormi.
Pensi che solo fino a pochi anni fa un ortodontista come me doveva avere a disposizione almeno un garage solo per mantenere la gipsoteca con i calchi dei pazienti.
L’unica cosa che veramente non è comprimibile oltre una certa misura – anche se tutti lo vorrebbero – sono i tempi necessari per la terapia ortodontica. Quelli sono dettati dalla nostra struttura morfologica di esseri umani e difficilmente muteranno in futuro.