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Parola al Dottore: cos’è l’osso sintetico?

Riepilogo articolo
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Con questo articolo si conclude il percorso divulgativo in 3 puntate a proposito della rigenerazione ossea guidata, l’ambito nel quale si è specializzato nel corso degli anni il dott. Pierangelo Rossi, d affermato professionista del Gruppo Dentalcoop.
Nel 1990 il dott. Rossi si è laureto a Padova in Medicina e Chirurgia con il voto di 110/110; in seguito ha intrapreso un percorso di approfondimento dell’ambito odontoiatrico culminato nel 2011 con il Corso di Alta Formazione di Chirurgia tenuto dal professor Ferronato del Policlinico di Padova.
Oggi il dott. Rossi è uno dei maggiori esperti italiani di rigenerazione ossea guidata.
Dott. Rossi, può spiegare cos’è un osso sintetico?
L’ osso sintetico è un osso di derivazione bovina ma che del bovino non ha effettivamente più nulla se non l’impalcatura residua di sola sostanza minerale. Infatti, tutte le proteine e tutte le altre sostanze organiche, tranne i minerali, presenti nell’osso animale vengono eliminate attraverso dei processi fisici consecutivi di sterilizzazione e sinterizzazione. Gli standard di produzione del prodotto, assolutamente rigorosi e certificati, permettono di ottenere una sostanza minerale ossea altamente purificata e di qualità costante.
Invece, fino a qualche anno fa, per poter ristabilire volumi di osso adeguati, i pazienti che presentavano una scarsità di osso dovevano ricorrere al ricovero in ospedale nei reparti di chirurgia maxillo-facciale per essere sottoposti ad un intervento di prelievo del proprio osso dall’anca o, in alternativa, di usufruire di un trapianto di osso proveniente dalla banca dell’osso.
Qual è la percentuale di successo dell’intervento di innesto?
Le procedure di rigenerazione ossea che utilizzano osso sintetico sono del tutto sicure e danno delle ottime percentuali di successo a lungo termine, sicuramente superiori all’80%. Alla fine, il premio dell’attesa è la restituzione permanente della masticazione con una dentatura fissa. In questo modo si può abbandonare, o addirittura non dover mai indossare, la cosiddetta “dentiera”.
Inoltre, i biomateriali utilizzati sono assolutamente sicuri e testati a livello dei maggiori centri clinici mondiali sia per quanto riguarda le infezioni crociate sia per quanto riguarda il rigetto, essendo dei materiali del tutto biocompatibili e inerti.
Ci sono delle controindicazioni che impediscono di operare un paziente con l’innesto osseo?
Principalmente il fumo, inteso come il consumo di sigarette di tabacco. Per mia regola non opero i forti fumatori, ovvero chi si attesta sulle 20 sigarette al giorno. Le assicuro che la mia non è una posizione per come dire “ideologica”, ma è bensì pratica e dettata dall’esperienza.
Il fumo per prima cosa impedisce alla ferita chirurgica di rimarginarsi in tempi brevi esponendola al rischio di infezioni, dopodiché altera la composizione del sangue arterioso, che in un forte fumatore trasporta meno ossigeno e più metaboliti tossici; essendo l’afflusso di sangue fondamentale per il successo dell’innesto, questi fattori bastano ed avanzano per scartare i forti fumatori dall’elenco dei possibili candidati.
I fumatori devono quindi rinunciare all’innesto?
In teoria sì, ma in pratica nella stragrande maggioranza dei casi i fumatori, una volta che li ho informati che non potranno essere operati ed ho spiegato le motivazioni, scelgono autonomamente di smettere o comunque di scendere ad una soglia clinicamente più accettabile di massimo 5-6 sigarette al giorno.
E la parodontite, è di ostacolo?
Ovviamente sì, le gengive devono essere integre e sane perché si possa procedere con l’innesto. Il fatto è che al momento di operare c’è bisogno che la gengiva sia elastica e solo una gengiva “integra” lo permette. Quindi i pazienti con infezioni gengivali devono prima sottoporsi alle cure di un dentista parodontologo, per arrestare il decorso della malattia e permettere alle gengive di guarire.
Un’ultima domanda: si tratta di un intervento doloroso?
Mi sento di tranquillizzare i nostri pazienti, in quanto gli interventi di chirurgia ossea rigenerativa non sono dolorosi , sia durante l’intervento di chirurgia che nei giorni successivi.
Durante l’intervento viene utilizzata molto efficacemente la normale e semplice anestesia locale, la stessa che utilizziamo in tutti i settori della odontoiatria, anche quelli più semplici.
Inoltre, i protocolli di terapia farmacologica che adottiamo sono efficaci sia nel controllo o addirittura nell’azzeramento del dolore post-operatorio. Stessa cosa per quanto riguarda la prevenzione delle complicanze infettive.
Nella maggior parte dei casi, dopo l’operazione il paziente necessita di riposo ed astensione dalla attività lavorativa solo per la giornata dell’intervento e solo in pochi casi per il giorno successivo.
Con questa terza parte si conclude il percorso di approfondimento sulla rigenerazione ossea. Ringraziamo il dott. Pierangelo Rossi per averci guidato in questo affasciante viaggio.